Deficit tattili da patologia tau nella malattia di Alzheimer

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 22 novembre 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Lo studio dell’elaborazione del segnale somatosensoriale nel sistema nervoso centrale costituisce un ambito sperimentale di grandissimo interesse, che impegna molti gruppi di ricerca in tutto il mondo e promette nuove importanti acquisizioni. Studi recenti hanno dimostrato che l’informazione veicolata dalla periferia somatica al nevrasse va incontro a un’elaborazione in stretto rapporto con processi alla base della cognizione e dello sviluppo del cervello.

Una questione attivamente indagata è se i deficit tattili possano avere un ruolo nel declino cognitivo e, in caso di conferma sperimentale di questa ipotesi, quali siano i meccanismi con cui il difetto aptico danneggia la base neurofunzionale della cognizione.

Una risposta, in apparenza sorprendente, viene da ricercatori impegnati nella ricerca sulle basi patologiche neurodegenerative della malattia di Alzheimer. Yang Zhou e colleghi hanno preso le mosse per il loro studio dal deficit di percezione somatosensoriale tattile in pazienti affetti da malattia di Alzheimer: l’entità del difetto aptico risultava inversamente correlata con i punteggi a test standard di prestazione cognitiva e positivamente correlata con la patologia della proteina tau. I ricercatori hanno allora sviluppato un’indagine su modelli murini della malattia, giungendo a identificare una classe di cellule nervose del midollo spinale specificamente vulnerabile alla patologia tau.

(Zhou Y. et al., Spinal cord Tau pathology induces tactile deficits and cognitive impairment in Alzheimer’s disease via dysregulation of CCK neurons. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-025-02137-4, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Pathophysiology, School of Basic Medicine, Tongji Medical College, Huazhong University of Science and Technology, Wuhan (Cina); Beijing Key Laboratory of Aging and Geriatrics, National Clinical Research Center for Geriatric Disease, Institute of Geriatrics, Chinese PLA General Hospital and Chinese PLA Medical Academy, Beijing (Cina); Brain Science and Advanced Technology Institute, Wuhan University of Science and Technology, Wuhan (Cina); Center for Stem Cell and Organoid Medicine (CuSTOM), Division of Developmental Biology, Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, Cincinnati, OH (USA); Department of Medical Genetics, School of Basic Medicine, Tongji Medical College, Huazhong University of Science and Technology, Wuhan (Cina); Department of Biology, Boston University, Boston, MA (USA).

Per un’introduzione sulla malattia di Alzheimer si veda la recensione pubblicata contestualmente: Note e Notizie 22-11-25 La glicazione amiloide via mitocondri porta alla patologia di Alzheimer.

Come già accennato, Yang Zhou e colleghi, studiando l’alterazione della sensibilità tattile nei pazienti affetti dalla demenza neurodegenerativa, hanno verificato il rapporto del deficit aptico con il declino cognitivo, impiegando il Montreal Cognitive Assessment: 1) il punteggio è risultato inversamente correlato con l’entità del deficit somatosensoriale, ossia più grave era la compromissione tattile e minore era il punteggio riportato ai compiti cognitivi del test; 2) al contrario, alla maggiore gravità del difetto sensoriale corrispondeva una maggiore gravità della patologia della proteina tau.

In modelli murini della malattia, ossia topi 3xTg AD in fase presintomatica, Zhou e colleghi hanno trovato deficit simili a quelli dei pazienti. Nel midollo spinale di questi topi, i neuroni esprimenti colecistochinina (CCK) erano altamente vulnerabili alla patologia tau. L’espressione della proteina mutante Tau-P301S nei neuroni esprimenti CCK nel midollo spinale attivava in modo aberrante il fattore di trascrizione c-Maf, inibiva i neuroni CCK e induceva deficit tattili; mentre, silenziando Tau o c-Maf si aveva il ristabilirsi della percezione tattile e migliorava la cognizione nei modelli sperimentali di malattia di Alzheimer.

Presi insieme, gli studi di acquisizione e perdita di funzione, hanno dimostrato che la patologia tau nei neuroni CCK del midollo spinale contribuisce alla disfunzione tattile e produce effetti sui neuroni cerebrali, verosimilmente responsabili del proporzionale declino cognitivo.

Lo studio diagnostico delle alterazioni del tatto e la verifica nei follow-up di controllo, potrà diventare una strategia clinica per prevedere la progressione del declino cognitivo nella malattia di Alzheimer.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-22 novembre 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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